STATUS QUO
E ANALISI DATI PUBBLICI

Intervento di Maurizio Fiume

Grazie per essere venuti qui.
Vogliamo provare a fare un ragionamento sul cinema italiano in questo difficile momento di crisi e di incertezza.
Abbiamo pensato di fare una riflessione, ma anche provare, insieme, a trovare una via di uscita. Una soluzione, se fosse possibile.
Sappiamo che quest’anno il comparto della produzione cinematografica non manterrà il livello di produzione e di lavoro che c’è stato negli ultimi anni.
Non solo. Anche l’anno prossimo le cose non saranno diverse.
Infatti a tutt’oggi non sappiamo quando verranno assegnati i contributi e il tax credit del 2024.
Quindi i finanziamenti non saranno disponibili prima della fine del 2025 e pochi produttori saranno in grado di iniziare a lavorare. La conseguenza di tutto ciò, sarà che molti lavoratori delle troupe resteranno anche nel 2025 a casa senza reddito.
Cerchiamo di capire a che punto ci troviamo e come ci siamo arrivati.

Io farò riferimento ai dati ufficiali disponibili del 2022 e del 2023.

IL MERCATO MONDIALE DEL CINEMA
Partiamo dalla situazione del mercato mondiale del cinema secondo i dati dell’Osservatorio Europeo dell’audiovisivo.
Questa tabella elenca i 10 principali mercati al mondo per incassi. Come si vede non è elencata l’Italia.
L’Italia si trova al 12mo posto.

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Questo è il valore che ha nel mercato mondiale l’Italia.
Un decennio fa l’Italia se la giocava con la Francia ed era tra il quinto e il sesto posto.

Nel 2023 la Francia si trova al quinto posto l’Italia è al 12mo posto.
Se andiamo a vedere la tabella per numero di spettatori le cose non cambiano.

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La Francia è quinta. L’Italia assente nei primi 10 paesi.
Compare invece al sesto posto per numero di film prodotti nel 2023.

Secondo i dati elaborati dalla Direzione Generale del Cinema abbiamo prodotto nel 2023, 402 film e siamo collocati al sesto posto, prima della Francia che si trova al nono posto con 298 film.

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Evidentemente siamo stati bravissimi! Abbiamo prodotto un sacco di film.
Ma in realtà il dato non è corretto.

In un’altra ricerca, l’Osservatorio ci dice che nel 2022 l’Italia ha prodotto 196 film di finzione.

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Film di finzione

E qui si gioca la differenza.
Questo dato è importante, perché su questo dato si è scatenata la polemica che in Italia produciamo troppi film e che quindi bisogna contrarre la produzione.
In realtà i film di finzione non sono 402.

E lo dice la stessa Direzione Generale del Cinema che nei dati resi pubblici a Venezia scrive che nel 2023 sono stati prodotti 402 film,

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ma, nella riga successiva, scrive: di questi, 156 sono di finzione, 106 sono documentari, 92 coproduzioni (sia di finzione che documentari, sia maggioritarie che minoritarie)

Riepilogando anche aggiungendo tutte le coproduzioni (considerandole tutte di finzione) i film prodotti in Italia sono 248 e a 402 manca qualcosa.

Cosa significa praticamente questo dato?
Cerchiamo di capirlo bene.

In un’altra ricerca scopriamo che nei film italiani lavorano 74 persone, nei film stranieri 181, nelle fiction 80 e nei documentari 14.

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Quindi se nei documentari lavorano 14 persone e 74 nei film italiani, non mi pare che i due dati possano essere accorpati così facilmente.

Il costo di un film

Da anni ci dicono che, per fare film che possano competere a livello internazionale, dobbiamo aumentare il costo. Bisogna cioè spendere decine di milioni di euro!

L’Osservatorio europeo ci dice che oltre il 60% dei film in Europa costa tra i 900mila e 1,2 milioni di euro

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mentre il costo medio di un film varia tra i 2 ,750 milioni di euro e i 3,250.

La DGCA pubblica in una tabella con le fasce di costo dei film.

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Vediamo che la maggioranza dei film sono quelli che costano sotto il milione e mezzo.

  • Infatti nel 2023 nella fascia fino a 200.000 euro sono stati prodotti 69 film,
  • nella fascia tra i 200.000 e gli 800.000 euro sono stati prodotti 56 film,
  • nella fascia tra gli 800.000 e un milione e cinquecentomila 39 film.

In totale nella fascia che va dai 200.000 al milione e mezzo sono stati prodotti 204 film, inclusi i documentari.

Nella fascia dai 2 milioni e mezzo agli oltre i 10 milioni di euro sono stati prodotti 75 film, inclusi i documentari.

Rispetto al 2019 sono stati prodotti 164 film nella fascia 200.000-1 milione e mezzo e sono stati prodotti 75 film nella fascia 2.500.000 oltre 10 milioni.

Sono state pubblicate liste di film italiani con budget da 30 milioni di euro, da 15 milioni di euro.

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Insomma un’esplosione di film ad altissimo costo.

Torniamo al numero di film prodotti.

Vediamo ora quant’è la quantità di film che vengono richiesti dal Mercato Europeo sia dalle sale cinematografiche e dagli altri sistemi di diffusione.

Nel 2022, per l’Osservatorio dell’audiovisivo europeo, l’EU27 con il Regno Unito ha assorbito 128.000 film. Si tratta di film provenienti da tutto il mondo e di qualunque anno.

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Di questi 49.000 film sono quelli che sono stati prodotti dall’UE.

Nel 2023 in Europa sono stati prodotti 1951 film, ovvero meno del 0,4% dei film assorbiti dal mercato.

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È evidente che i 200-250 film prodotti dall’Italia non sono un problema di sovrapproduzione.

I FINANZIAMENTI AL CINEMA

Mi occuperò di Tax Credit al cinema.
In un articolo di Angelo Zaccone Teodosi pubblicato da Key4biz  abbiamo appreso che ai contribuenti italiani il Tax Credit al cinema e all’audiovisivo è costato 3 miliardi e 200 milioni in 7 anni, vale a dire 460 milioni all’anno.

Key4biz - 3/10/25

Oltre ai contributi per i selettivi che sono altri 100-150 milioni all’anno.

La stampa specializzata (Box Office, Prima Comunicazione eccetera) hanno scritto che 20 società assorbono la gran parte di questi contributi.

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L’APA, l’Associazione dei produttori audiovisivi, ogni anno pubblica un Rapporto nel quale si vanta del fatto che le società vengono assorbite da grossi gruppi stranieri e che per poter competere sul mercato internazionale bisogna entrare in questi gruppi stranieri.

Qualche mese fa l’AGCOM ha pubblicato l’elenco delle società di produzione che sono state assorbite da altri gruppi, per lo più stranieri o da fondi di investimento stranieri.
Sono 14 società.

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In realtà noi sappiamo che sono quasi una ventina alcuni anche di gruppi italiani.

Quanti soldi pubblici hanno ottenuto queste società?

Ce lo dice il Registro Nazionale degli Aiuti Pubblici che di ogni società elenca gli aiuti ottenuti negli ultimi cinque anni.

Vediamo quanto ha ottenuto il gruppo più grande, la Fremantle Media che ha assorbito 4 società italiane.

Bene il totale nei cinque anni di tutti i tipi di contributi pubblici ottenuti è 427 milioni di euro.

Gli altri gruppi hanno assorbito tra i 200 e i 350 milioni di euro.

Sicuramente tutti questi soldi saranno serviti per aumentare il numero di lavoratori del comparto e le loro paghe.
Vediamo allora cosa ci dice il Database dell’INPS.

Ho selezionato tutte le figura professionali che lavorano in un film: gli attori, i registi e gli sceneggiatori, il reparto produzione cinematografica, gli operatori e le maestranze, gli scenografi, gli arredatori e costumisti, i truccatori e parrucchieri, nel 2023, anno in cui ancora non c’era il blocco della produzione.
Parliamo di lavoratori a tempo determinato che hanno avuto una busta paga e quindi gli è stato pagato un contributo.

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Ebbene nel 2023 i lavoratori sono poco più di 120.000, hanno lavorato per 5 milioni di giornate lavorative.
Pari a una media di 42 giornate di lavoro all’anno per una paga lorda di 8.800 euro annua.

Se confrontiamo queste paghe e le giornate lavorate ogni anno dai dipendenti pubblici non possiamo che essere stupefatti.

CONCLUSIONE

Da questi dati cosa si evince?

Che questi grossi gruppi che hanno come loro mantra il mercato, quelli che amano definirsi Industria, i ricavi non li ottengono dal Mercato ma preferiscono ottenerli più facilmente dai contribuenti italiani.

Eppure il Mercato in Europa esiste, è enorme.

Ma per entrare in quel Mercato ci vogliono opere di alta qualità che questa Industria ha dimostrato di non essere capace di realizzare.

Nonostante i 3,2 miliardi di euro elargiti dallo Stato italiano.

Dimostra che questi grossi gruppi non sono stati capaci neppure di aumentare il numero di lavoratori del comparto e le loro paghe, che sono rimaste invariate.

Hanno saputo invece aumentare il loro ricavi.

La domanda a questo punto che dobbiamo farci?

Perchè i contribuenti italiani devono regalare 500 milioni all’anno di soldi pubblici a 20 società di produzione di proprietà straniera?

 

È evidente che Il Tax Credit non è un Reddito di Cittadinanza ma un Reddito di Ricchezza per poche imprese straniere.

I produttori indipendenti non sono e non devono essere Industria.

Sono artigiani. Artigiani evoluti ma artigiani.

Lo dice la storia del cinema italiano.

Lo dice la storia del tessuto produttivo italiano che è costituito da micro e piccole imprese che fanno la ricchezza del nostro paese.

Noi non siamo l’IKEA.

Noi siamo quel falegname che da un pezzo di legno tira fuori un bambino.

C’è un’immagine molto bella a cui io sono molto legato.

È degli anni 60. Un signore, Sergio Leone, per fare un Dolly sta a cavalcioni su un macchinista e con la Arri2C 35mm faceva le stesse cose che facevano gli americani a Hollywood.

Si dirà: erano gli anni sessanta, Sergio Leone era un giovane cineasta.

Nel 1984 Sergio Leone gira a Hollywood C’era una volta in America.

E qui abbiamo un’altra foto che ritrae Sergio Leone accanto a un attore a terra che deve fingersi morto.

Vediamo Sergio Leone che gli spruzza addosso una bottiglia di Ketchup affinché il sangue fosse più evidente.

Ecco, anche a Hollywood per risolvere un problema di verosimiglianza non servono effetti speciali o intelligenza artificiale ma basta l’intelligenza creativa dell’artigiano che risolve tutto rapidamente con del semplice ketchup.

Ho finito!