Michele Lo Foco
Dal veleno della Legge Franceschini ai nuovi equilibri per il cinema

Michele Lo Foco

Procuratore Legale e avvocato specializzato in diritto commerciale e diritto d’autore, è attualmente membro del Consiglio Superiore del Cinema e Audiovisivo (Mic).

Grazie alle competenze maturate nel campo cinematografico e televisivo, ha ricoperto ruoli di particolare rilievo istituzionale legati a questo settore e ricevuto numerosi incarichi di responsabilità presso la RAI e Cinecittà.

Docente universitario, saggista e romanziere, ha sempre mantenuto un profilo di rigoroso impegno a favore dell’innovazione, senza mai rinunciare al suo spiccato spirito critico e rivolgendo una specifica attenzione alle produzioni indipendenti.

Michele Lo Foco ha criticato la recente legislazione in ambito cinematografico e televisivo, definendo le modifiche introdotte da Franceschini come un “veleno a rilascio lento” che ha contaminato il settore. Il punto principale è la definizione di “produttore indipendente”, che secondo lui è troppo permissiva, consentendo a chiunque di qualificarsi come tale, in quanto basta avere il 90% del fatturato da una sola fonte. Questo approccio rende difficile sostenere i veri produttori indipendenti, poiché lo Stato tende a favorire chiunque possa definirsi tale, portando a una distorsione del mercato.

Ha inoltre rilevato come società estere, comprese quelle che operano in Italia con capitali stranieri, abbiano beneficiato di tax credit enormi, senza limiti e senza controlli, creando una situazione in cui le aziende locali faticano a competere. Le società straniere si sono infiltrate nel mercato italiano, comprando le imprese locali più consolidate, riducendo ulteriormente la presenza italiana.

Ha sottolineato che il tax credit è stato applicato anche alle produzioni televisive, il che non ha senso, dato che le reti come la RAI finanziano già queste produzioni. Questo ha portato a considerare il tax credit come un regalo, piuttosto che un sostegno necessario.
Inoltre, il nuovo decreto continua a perpetuare la confusione sul termine “produttore indipendente” e non ha apportato le necessarie modifiche. La definizione di “servizio di media audiovisivo lineare” è vista come un tentativo di confondere ulteriormente le normative. L’assenza di reciprocità nelle relazioni con i mercati esteri è stata evidenziata, suggerendo che i limiti imposti in altri paesi non sono applicabili in Italia.

Non ha tralasciato di esprimere preoccupazione per le nuove regole sulla distribuzione dei film, sottolineando che il rapporto tra produttori e distributori è complicato da terzi non coinvolti nel contratto. Questo crea una vulnerabilità, poiché il distributore potrebbe non rispettare gli accordi a causa dell’operato di esercizi che non fanno parte del contratto.

Infine, ha denunciato il ritardo nei pagamenti dei contributi dovuti ai produttori, con banche che iniziano a richiedere il rimborso dei prestiti senza che i produttori abbiano ricevuto i fondi dal governo.
In questo contesto ha proposto la cessione dei crediti d’imposta a privati come una possibile soluzione per alleviare la pressione finanziaria sui produttori.
In coda al suo intervento, ha voluto dichiarare che mentre il governo si preoccupa di piccole somme, ha speso ingenti cifre in investimenti fallimentari, come ad esempio il (aggiungiamo noi: VERGOGNOSO) spreco legato alla vicenda ItsArt, un’iniziativa priva di senso targata Franceschini.

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