Graziella Bildesheim
Qualità, originalità, visione e coerenza

Graziella Bildesheim

Oltre 30 anni di esperienza nel settore audiovisivo europeo, dalla formazione alla produzione, dall’analisi di sceneggiature e progetti al coordinamento di reti ed eventi.
Attualmente opera come consulente per lo sviluppo e la co-produzione di progetti internazionali e per l’ideazione di iniziative di formazione.
Rappresentante per l’Italia nel Board della European Film Academy dal 2018 al 2023. Nel campo della formazione ha diretto il workshop paneuropeo MAIA e il programma HERMES e ha ricoperto il ruolo di Head Tutor presso il Mentoring Programme for Emerging Producers presso EWA, European Womens’ Audiovisual Network.
È stata membro della Commissione di valutazione per il Fondo nazionale per il cinema presso il Ministero della cultura dal 2014 al 2018 e della Commissione per il Fondo di coproduzione minoritaria nel 2019

Graziella Bildesheim ha iniziato il suo intervento presentandosi ai partecipanti, con l‘intento di approcciare attraverso la sua esperienza diretta i diversi temi che avrebbe toccato.

Dall’inizio nei primi anni ’90 con le consulenze alle case di produzione sui fondi europei, alla creazione della sua casa di produzione e del programma di formazione avanzata per produttori emergenti europei MAIA Workshops, al successivo impegno come membro delle Commissioni per la Cinematografia e per le Co-produzioni Minoritarie e come esperto per MEDIA ed Eurimages, Bildesheim ha avuto l’opportunità di immergersi anche nelle dinamiche di finanziamento dei progetti in Italia e all’estero.
Ha raccontato di come si fosse rivolta al MiC per un sostegno che potesse consentire al programma MAIA di continuare ed accrescere il suo cammino di eccellenza in ambito europeo e di come tale sostegno le fosse stato accordato con una somma irrisoria che sostanzialmente non ne avesse consentito la continuità.
Ha rilevato come da parte della DG Cinema ci fosse stato un sostanziale disinteresse per il valore del programma e come fossero state applicate una serie di regole non scritte che avevano reso vano oltre che incomprensibile il risultato.
Bildesheim ha indicato la mancanza in Italia di un sostegno specifico per la formazione dei professionisti, presente in molti altri paesi europei.

Passando ad analizzare la situazione attuale, Graziella Bildesheim ha segnalato la totale confusione imperante nel tentativo di riforma, pur necessario, della Legge Franceschini.
Pur riconoscendo l’importanza e la necessità di rapida risoluzione delle problematiche relative al tax credit, ha concentrato la sua attenzione sui bandi selettivi e la valutazione da parte della neocostituita Commissione dei progetti presentati.
Ha ripercorso i diversi passaggi da parte del legislatore: dal disegno di legge Di Giorgi che prevedeva la costituzione, sul modello francese, di un Centro per la Cinematografia esterno al Ministero con delle Commissioni composte da membri “in possesso di alte e riconosciute qualificazioni professionali, culturali e scientifiche direttamente riferibili alle funzioni e ai compiti di ciascuna commissione”, regolarmente retribuiti, che sarebbero restati in carica dodici mesi, all’inglobamento dello stesso disegno di legge all’interno della Legge Franceschini e la scomparsa della retribuzione, della rotazione, e della necessità di competenze direttamente riferibili al contesto delle commissioni stesse.
È così che dall’entrata in vigore della stessa legge nel 2018, e le recenti nomine poco si differenziano dalle precedenti in questo senso, le commissioni sono composte per la maggior parte da critici, giornalisti, storici del cinema, professori universitari, i quali – Bildesheim si domanda – sapranno valutare il percorso di sviluppo di un progetto, leggere una nota del produttore, valutare la congruità di un budget o la correttezza di un piano finanziario nonché la coerenza di una strategia di distribuzione e festivaliera? Sapranno valorizzare percorsi internazionali e nuovi talenti? Saranno ripristinate le audizioni, tanto importanti per valutare un progetto, e cadute in disuso sebbene previste dalla legge?

Per concludere, Bildesheim ha voluto fare un confronto tra i siti della DG Cinema e quelli degli equivalenti di altri grandi paesi europei: la Francia, la Spagna, il Regno Unito. Burocratico, complicato, oscuro e rigorosamente monolingue l’uno, colorati, moderni, invitanti, internazionali, coinvolgenti ed accoglienti gli altri, a riflettere la diversità di rapporto tra le Istituzioni e l’industria nei diversi paesi.

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